Anteprima nazionale del docufilm "Portami su quello che canta, storia di un libro guerriero" di Marino Bronzino e Claudio Zucchellini.

Cinema Massimo, Sala Uno - Lunedì 14 gennaio 2019, ore 21.00

Lunedì 14 gennaio alle ore 21.00 nella Sala Uno del Cinema Massimo, sarà presentato in anteprima nazionale il docufilm Portami su quello che canta, storia di un libro guerriero di Marino Bronzino e Claudio Zucchellini.

Il film è stato realizzato con il patrocinio di Consiglio Nazionale Forense, Università degli Studi di Milano e Ordine degli Avvocati di Torino, con la collaborazione di Film Commission Torino Piemonte. All’anteprima, a cura del Museo Nazionale del Cinema, parteciperanno Sergio Toffetti (Presidente del Museo del Cinema), Paolo Manera (Direttore FCTP), Mauro Vallinotto (autore delle foto che aprono il libro), Giampaolo Zancan (Avvocato di parte civile al tempo del processo) e gli autori del film Claudio Zucchellini e Marino Bronzino.

 

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili con prenotazione obbligatoria inviando una mail a portamisuquellochecanta@gmail.com. Ogni ospite può prenotare massimo 2 posti indicando nome e recapito telefonico.

 

Portami su quello che canta, storia di un libro guerriero racconta la storia del processo allo psichiatra Giorgio Coda condannato per maltrattamenti ai suoi pazienti della Certosa di Collegno. La rilettura, a distanza di oltre quarant’anni dalla pubblicazione del libro denuncia di Alberto Papuzzi e Piera Piatti Portami su quello che canta, è il punto di partenza per ripercorrere una stagione di impegno civile e di grandi cambiamenti e far conoscere a chi, quel periodo non l’ha vissuto, un pezzo di storia recente in cui i “matti” per la prima volta hanno avuto la parola, sono stati ascoltati, considerati dai giudici degni di fede, finalmente cittadini come gli altri.

 

Poi nel reparto arrivava il professore, con gli aiuti, gli assistenti, gli infermieri e uno di questi portava la cassettina di legno lucido - 47 centimetri per 37 per 17 - e cominciava la cerimonia, pubblica perché doveva essere esemplare e avere l'effetto di moltiplicare la sofferenza fisica e morale alimentando angoscia in quelle povere ossa accartocciate sui letti”.

 

Numerose le testimonianze dirette contenute nel film attraverso le interviste all’autore del libro Alberto Papuzzi, ad Alessandro Perissinotto scrittore che nel suo ultimo romanzo Quello che l’acqua nasconde prende spunto da quei fatti di cronaca; a Mauro Vallinotto fotografo, autore delle immagini che aprono il libro e che con la loro pubblicazione sul settimanale L’ESPRESSO diedero forza alla denuncia e all’apertura del processo; a Gianpaolo Zancan che, con Bianca Guidetti Serra furono i difensori di parte civile nel processo.

Le interviste sono intervallate dalle letture di alcuni passi salienti del libro e da altra (agghiacciante) documentazione fotografica su cosa erano gli ospedali psichiatrici (e quell’ospedale in particolare) resa dalle immagini fotografiche di Carla Cerati, Gianni Berengo Gardin e Mauro Vallinotto che, con la complicità dell’Associazione per la lotta contro le malattie mentali, realizzò a Villa Azzurra un reportage rimasto nella storia del giornalismo d’inchiesta di quegli anni. Il contesto storico politico e sociale di quegli anni, ingiustamente etichettati solo come “anni di piombo”, è curato dall’Avv. Claudio Zucchellini, attento conoscitore di quel periodo, che espone in modo puntuale e sintetico i grandi cambiamenti sociali dell’epoca.