Per CORTI D’AUTORE doppio appuntamento a giugno con I corti di Lynch 1970-2007 e Why We Fight: Let There Be Light di John Huston.
Per il consueto appuntamento con CORTI D’AUTORE, il CNC-Centro Nazionale del Cortometraggio – in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema – presenta venerdì 14 giugno 2013, dalle ore 20.30, nella sala Tre del Cinema Massimo, una serata caratterizzata da un doppio appuntamento che si riallaccia a quello di aprile. Ingresso: 3 euro.
La prima parte, La forma linguistica dell’inconscio. I corti di Lynch 1970-2007, presenta dieci corti che coprono quarant’anni dell’opera di Lynch, testimonianza di un’indomita ansia di sperimentazione e frequentazione del film breve. Il programma prevede: The Grandmother (1970, 34'), The Amputee (1974, 5'), Dumbland (2002, 2 x 5'), Boat (2007, 8'), Bug Crawls (2007, 4') e Intervalometer Experiments: Interior Dining Room (2007, 4').
Perché filmi?, chiedeva un’inchiesta di Libération, la risposta di Lynch ben esplicitava le proprie intenzioni: “per creare un mondo e sperimentarlo”. Di sperimentazione e di ricerca in territori altri, segno di una lunga frequentazione del film breve, testimoni del segno personalissimo di Lynch, questa nuova serie di cortometraggi. Lynch sempre stupisce per la “capacità di tener fede alla forma linguistica dell’inconscio” (E. Ghezzi).
La seconda parte, intitolata La storia raccontata dai grandi registi, propone invece Why We Fight: Let There Be Light di John Huston (1946, 56’). Ambientato in un ospedale militare di Long Island dove erano ricoverati i reduci in preda a traumi di origine nervosa, uomini feriti nello spirito, “spinti oltre i limiti della resistenza umana”, il film continua ad avere una sua forza che svela una realtà autentica e nascosta e che, come scriverà Huston nelle sue memorie, distrugge il mito del guerriero che “può morire, essere ferito, ma è intangibile nello spirito”.