IL CINEMA DEGLI ALTRI: El Matt. Vita violenta di Benito Mussolini di Sergio Leszczynski ed Emilio Gentile, presenti in sala con Giovanni Minoli e Marcella Beccaria

Cinema Massimo – 5 novembre, ore 18.00, Sala Tre

In occasione della mostra La storia che non ho vissuto (Testimone Indiretto), Rai 150-La Storia siamo noi e Museo Nazionale del Cinema presentano, lunedì 5 novembre, alle ore 18.00, nella Sala Tre del Cinema Massimo, l’anteprima del film El Matt - Vita violenta di Benito Mussolini di Sergio Leszczynski, presente in sala per introdurre la proiezione insieme a Giovanni Minoli - presidente del Castello di Rivoli e autore della trasmissione La storia siamo noi - alla curatrice della mostra Marcella Beccaria e al coautore del documentario Emilio Gentile. Ingresso libero.

 

Il Museo Nazionale del Cinema contribuisce inoltre alla mostra ospitando l’opera di Rossella Biscotti La cinematografia è l’arma più forte (2007), che viene proiettata in Sala Tre ogni sabato prima del primo spettacolo serale per tutta la durata della mostra.

 

La storia che non ho vissuto (Testimone Indiretto) (Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea fino al 18 novembre 2012) è una nuova grande mostra interamente dedicata alla giovane arte italiana. Ideata e curata da Marcella Beccaria, la rassegna mette in mostra opere di una nuova generazione di artisti italiani che individua nella storia del nostro Paese il proprio oggetto di indagine. Articolate in un’ampia varietà di forme e scelte linguistiche, le opere in mostra sono incentrate su alcuni tra i momenti che hanno tragicamente segnato l’Italia nel corso del Novecento.

 

Con la consulenza storica di Emilio Gentile, il documentario El Matt - Vita violenta di Benito Mussolini ripercorre le tappe della vita del dittatore che per oltre vent’anni ha retto le redini della politica italiana, col pugno di ferro ma anche col consenso di una vasta parte della popolazione. Una vita violenta, emblematica di un periodo storico che vede il passaggio dal Risorgimento alla società di massa; dalla tragedia  della Prima Guerra Mondiale all’apogeo del regime. Gli anni della formazione in Romagna, l’emigrazione in Svizzera, l’esperienza della trincea e l’elaborazione di un’ideologia che ha le sue radici in Nietsche e Sorel, ma anche la storia di un giocatore capace di rischiare e di rilanciare; di un uomo politico cinico e spietato che si serve della violenza per affermare il proprio potere e trasformare gli italiani in una nuova razza di guerrieri. Una violenza che finirà per travolgerlo.