Per la rassegna Dieci film da vedere a vent’anni proiezione di "Donne sull’orlo di una crisi di nervi", "Le promesse" e "Elephant"

Cinema Massimo – 8/15/22 gennaio 2019, ore 18.00 – Sala Tre

Qualche anno fa Gianni Volpi, non solo critico di rara intelligenza ma grande “passeur” di cultura cinematografica alle giovani generazioni, pubblicò il libro dal titolo significativo I film da vedere a vent’anni. Il libro partiva dall’idea che il cinema abbia ancora un suo valore e una sua funzione non esclusivamente spettacolare, soprattutto per quel pubblico di adolescenti o poco più che ormai fruisce il cinema in spazi diversi dalla sala cinematografica. Una generazione per la quale il cinema sembra aver perso quella funzione di veicolo di scoperta del mondo come era stato per quelle precedenti. Ma il cinema ci può ancora aiutare a vivere meglio e accompagnare nel capire ciò che ci sta intorno. Per questo tra le centinaia di film che Gianni Volpi suggeriva di vedere a vent’anni, ne abbiamo scelti dieci che vorremmo aiutassero i più giovani, e non solo, a (ri)scoprire nel cinema la più bella delle finestre aperte sul mondo. 

A cura di Aiace Torino e Sotto18 Film Festival & Campus, in collaborazione con DAMS e Scienze della Comunicazione (Università degli Studi di Torino).

Pedro Almodóvar
Donne sull’orlo di una crisi di nervi (Mujeres al borde de un ataque de nervios)

(Spagna 1988, 88’, HD, col., v.o. sott.it.)

È il film che ha imposto Almodóvar come nome di punta del cinema degli anni Ottanta. Almodóvar ha un gran senso del cinema, possiede verve e istinto narrativo, è un maestro di esattezza. Location quasi unica è un lussuoso attico, attraversato da sempre nuove presenze, ciascuna delle quali viene a complicare il desiderio di vendetta di un'attrice piantata dal collega di doppiaggio. Tutto è dialoghi, dialoghi-rapporti, dialoghi-azione, con in più le intempestive interferenze di una segreteria telefonica. Ogni comunicazione è disturbata, sfasata, amori e desideri non si incontrano mai, ma il segno è quello di un gusto sapientemente mondano, non più di un'arcaica moralità. Almodóvar sa far agire i segni delle nuove realtà e nevrosi, sino a comporre una commedia umana di splendida superficialità.

Mar 8, h. 18.00 - Ingresso gratuito riservato ai soci AIACE

 

Jean-Pierre e Luc Dardenne
La promesse
(Belgio 1996, 92’, HD, col., v.o. sott.it.)

Quelli dei fratelli Dardenne sono film ad un tempo centrali e di frontiera. Ciò che dei loro film resta nella memoria è una sorta di partecipazione, vissuta, pagata di persona, alle storie narrate. Che sono storie di confronti cercati in quelle "terre di nessuno" che sono le nostre civili ed efferate società. Nella Promesse raccontano il tradimento del padre, sfruttatore di immigrati, da parte di un adolescente bruxellese in nome della promessa di un diverso rapporto con la famiglia di un clandestino nero, morto e sepolto in cantiere. Una storia di un realismo intensificato che è frutto di una scrittura di feroce concentrazione, senza finzioni, più vicina possibile a corpi e mondi reali. Quella dei Dardenne è la forma radicale di un'esperienza laica ed etica - e, a suo modo, religiosa.

Mar 15, h. 18.00 - Ingresso gratuito riservato ai soci AIACE

 

Gus Van Sant
Elephant
(Usa 2003, 81’, HD, col., v.o. sott.it.)

In una high school di Portland, i ragazzi ripetono le solite azioni quotidiane. Solo Alex ed Eric vogliono che la giornata sia eccezionale: armati fino ai denti, entrano nell'istituto e cominciano a sparare. Per ricostruire il massacro degli studenti della Columbine High School di Littleton, Van Sant evita ogni tentazione drammatica, spezza la continuità temporale, si "perde" dentro le mille situazioni che si accavallano durante il giorno: gesti che possono dire tutto o niente, che sembrano offrire una spiegazione per poi contraddirsi da soli, obbligando lo spettatore a confrontarsi con la propria incapacità a capire il senso del Male nel mondo, smarrito dentro un labirinto di immagini nel quale ci si può solo rassegnare a convivere con la propria angoscia e la propria impotenza. Il titolo, criptico, rimanda a un tv-movie di Alan Clarke del 1989 sul terrorismo irlandese e allude a un modo di dire ("Un problema facile da ignorare come un elefante in un soggiorno"). Ma Van Sant aveva presente anche una parabola buddista in cui alcuni ciechi tastano un elefante, e ciascuno crede di comprendere la natura dell'animale a seconda della parte toccata.

Mar 22, h. 18.00 - Ingresso gratuito riservato ai soci AIACE