Per la rassegna Dieci film da vedere a vent’anni "Io la conoscevo bene" e "Un tranquillo week end di paura"

Cinema Massimo – 4  e 18 dicembre 2018, ore 18.00  – Sala Tre

Qualche anno fa Gianni Volpi, non solo critico di rara intelligenza ma grande “passeur” di cultura cinematografica alle giovani generazioni, pubblicò il libro dal titolo significativo I film da vedere a vent’anni. Il libro partiva dall’idea che il cinema abbia ancora un suo valore e una sua funzione non esclusivamente spettacolare, soprattutto per quel pubblico di adolescenti o poco più che ormai fruisce il cinema in spazi diversi dalla sala cinematografica. Una generazione per la quale il cinema sembra aver perso quella funzione di veicolo di scoperta del mondo come era stato per quelle precedenti. Ma il cinema ci può ancora aiutare a vivere meglio e accompagnare nel capire ciò che ci sta intorno. Per questo tra le centinaia di film che Gianni Volpi suggeriva di vedere a vent’anni, ne abbiamo scelti dieci che vorremmo aiutassero i più giovani, e non solo, a (ri)scoprire nel cinema la più bella delle finestre aperte sul mondo. 

A cura di Aiace Torino e Sotto18 Film Festival & Campus, in collaborazione con DAMS e Scienze della Comunicazione (Università degli Studi di Torino).

 

Antonio Pietrangeli

Io la conoscevo bene

(Italia/Francia/Germania 1965, 114’, DCP, b/n)

Uno dei più efficaci e amari ritratti di donna degli anni Sessanta. Di donna uccisa dalla città. Sulle tracce di lei che, lasciata la famiglia e trasferitasi a Roma, passa di lavoro in lavoro, di uomo in uomo, il film trova la sua struttura decostruita, a continui nuovi inizi. In questo che è senza dubbio il suo film più bello e originale, Pietrangeli racconta con grazia dissonante qualcosa di più di un malessere, il suo è uno sguardo davvero moderno su una figura di donna inquieta, erratica, ferita, irriducibile al mondo maschile, eppure da esso dipendente. Adriana resta un enigma, alla fine non ne conosciamo che l'apparenza, se si vuole l'immaginario, quella colonna sonora di rock e cantautori che l'accompagna e la segna. Eppure la sua è una vita che ci tocca, sismografo di squilibri profondi.

Mar 4, h. 18.00, sala Due - Ingresso gratuito riservato ai soci AIACE

 

John Boorman

Un tranquillo weekend di paura (Deliverance)

(Usa 1972, 109’, HD, col., v.o. sott.it.)

Deliverance, senza dubbio uno dei più impressionanti film degli anni Settanta, è l'angoscioso racconto del weekend di quattro amici middle-class nella natura vergine che non è un paradiso perduto ma è wilderness, e degenerazione dei suoi abitanti. Quello di questi quattro cittadini, escursionisti in canoa, è un viaggio che scuote definitivamente le loro fragili, razionali difese esistenziali. Il film d'avventura, all'inizio così fisico, lascia presto il passo a una lenta e cruda metafora, a una riflessione filosofica che fa i conti con una dura, naturale non-storia. A poco a poco i protagonisti fanno esperienza, e noi con loro, che tra natura e civiltà, tra irrazionale e ragione non c'è un limite spartiacque, ma un fluido, tragico passaggio. Di questo rapporto, riscoperto nel cuore stesso del nostro mondo, Deliverance resta una delle più possenti espressioni.

Mar 18, h. 18.00 - Ingresso gratuito riservato ai soci AIACE