I racconti della luna pallida d’agosto apre “DiVisione in visione”, seconda delle rassegne degli studenti vincitori del bando Giovani programmatori per giovani spettatori 2016.

Cinema Massimo – 25 settembre 2017, ore 21.00 – Sala Tre

Si apre a settembre la seconda delle due rassegne progettate dagli studenti universitari scelti tra i partecipanti al bando “Giovani programmatori per giovani spettatori 2016” del Museo del Cinema. L’idea di DiVisione in visione, progettata dal gruppo Fantasmagoria, parte dalla riflessione secondo cui il cinema è visione dell’invisibile, riproposizione di ciò che non c'è più, evocazione di fantasmi di un passato cristallizzato nella sua vita artificiale. Due sono i livelli di lettura nell'indagine cinematografica: la visione come apparizione “fisica” (il cinema stesso con il suo apparato) e la visione come apparizione “mentale”, ovvero come creazione di un'immagine, di un fantasma che interagisce con i personaggi governando le vite e irrompendo nel visibile. Il tema della visione, inoltre, è strettamente correlato al tema del doppio: l'apparizione di una visione, infatti, sancisce la creazione, da parte del personaggio, di un alter-ego con cui confrontarsi, di una “divisione” fra i desideri e l'individualità. Inoltre, quando una visione ha luogo durante una narrazione, immediatamente si fa labile la distinzione tra realtà e immaginazione. In questa divisione fra realtà e visione si configura la stessa arte cinematografica, essa stessa visione, essa stessa divisione, frattura con il mondo reale. Il film è presentato da Dario Tomasi. Ingresso 4.00 euro.

 

Kenji Mizoguchi

I racconti della luna pallida d’agosto (Ugetsu monogatari)

(Giappone 1954, 94’, Hd, b/n, v.o. sott.it.)

Nel Giappone del XVI secolo, un contadino e un vasaio vanno in città in cerca della gloria. Il primo ambisce a diventare un eroico samurai nella guerra che coinvolge gli eserciti imperiali, l’altro viene sedotto da una malefica e bellissima principessa. Alla fine saranno travolti dal tragico incontro con il destino. Un film che fluttua come gli spettri che lo popolano.