Serata di apertura della V edizione di LAVORI IN CORTO, concorso di cortometraggi e documentari a tematica sociale rivolto agli under 35.

Bibliomediateca – 4 novembre 2016, ore 18.30 – Sala Eventi

Il Museo Nazionale del Cinema ospita alla Bibliomediateca “Mario Gromo”, la serata d’apertura di LAVORI IN CORTO, il concorso di cortometraggi e documentari a tematica sociale rivolto a giovani autori under35 organizzato dall’Associazione Museo Nazionale del Cinema e dall’Associazione Riccardo Braghin.

Oltre il muro è il sottotitolo scelto per questa quinta edizione, che è rivolta ai temi della libertà, del carcere e dei diritti ad esso connessi: in un mondo di frontiere sempre più invalicabili, di barriere insuperabili che dividono il dentro dal fuori, ha sempre più senso interrogarsi sul vero significato della libertà come uno dei diritti fondamentali dell’individuo. L’evento è dedicato al regista Teo De Luigi con la proiezione di due cortometraggi L’urlo del ’68 e Rapiti ’78.

Intervengono Valentina D'Amelio (Segretario generale AMNC e Coordinatrice di Lavori in Corto), Daria Basso e Giorgio Bono (Associazione Riccardo Braghin). Introduce Ornella Mura (MNC).

 

Autore e regista riminese residente a Calice Ligure Teo De Luigi presenta i suoi documentari L’urlo del ‘68 e Rapiti ‘78, un viaggio tra società, politica e gioco del pallone per aprire la quinta edizione del Concorso Cinematografico nazionale Lavori in Corto - Oltre il Muro. Dagli anni ‘80 si dedica all’inchiesta e al documentario collaborando con la RAI. Dal 1987 al 1999 lavora con Sergio Zavoli. Nel 1999 è responsabile artistico di Stream e nel 2005 collaboratore di Sky Racconta. Realizza fra gli altri i seguenti documentari: “Voci” ciò che i giovani non vogliono dire, PTSD – piaga di guerra e Festa amara, Rito e sangue, Cittadella Cottolengo, Il mito Fausto Coppi, 46 battiti al secondo e Padre e figlio piloti, Duccio Galimberti – Il tempo dei testimoni, Piacere, Ada Gobetti. Ha pubblicato Memoria come futuro ed. Maggioli e Giocare da libero ed. Limina.

 

L’urlo del ‘68 raccontato da Adriano Sofri

(Italia 2005, 35′)

Nel 1968 la Nazionale italiana di calcio vince per la prima e unica volta il Campionato Europeo, ma la memoria comune ne conserva un labile ricordo. Perché? Forse la nascita del movimento studentesco, le lotte operaie, la guerra del Vietnam, gli assassinii di M.L. King e di R. Kennedy, misero in secondo piano il calcio? È una storia che Adriano Sofri racconta dalla condizione attuale di detenuto e parte direttamente dal “campetto” del carcere, dove si misura attivamente col gioco del pallone. Ritorna sugli anni che lo videro protagonista della vita politica, con la formazione di Lotta Continua e li affronta senza infingimenti o ritrosie, sottolineando episodi inediti come inedito è il punto di partenza: riflettere su quegli anni attraverso il filtro di ciò che ha sempre rappresentato il calcio in Italia, termine di paragone o cartina di tornasole degli avvenimenti sociali e politici del nostro paese e non solo. Così i “vecchi” nazionali di allora (da Zoff a De Sisti a Burgnich, ecc.), si ritrovano intervistati davanti alla loro impresa-tv come davanti a uno specchio in bianco e nero.

 

Rapiti ‘78 raccontato da Adriano Sofri e Julio Velasco

(Italia 2005, 36′)

Maggio 1978, la Nazionale italiana di calcio, la prima di Bearzot, parte per i Mondiali in Argentina. Il mondo del calcio non poteva non avvertire il clima di terribile sofferenza del paese, segnato dal terrorismo. Nello stesso momento, dall’Argentina arrivano i primi echi della dittatura di Videla, col tragico fenomeno dei “desaparecidos”. Dunque, ancora un evento sportivo per “accantonare” la vita sociale e politica? Partono da questo interrogativo i due narratori, Adriano Sofri, dal carcere, e Julio Velasco, dallo spogliatoio della squadra di pallavolo. I loro pensieri affrontano le contraddizioni di quell’epoca tragica che, stranamente, è permeata da uno sfondo sportivo emozionante e coinvolgente. Rari documenti e interviste ai protagonisti di allora, (calciatori argentini e madri della Plaza de Mayo, servizi di repertorio su Bearzot e intervista a Sergio Zavoli) costruiscono un percorso narrativo che pare riferirsi alla condizione dei “destini incrociati” di Italo Calvino.